Faro di Capo Miseno

Faro di Capo Miseno

Itinerario paesaggistico dei Campi Flegrei

DESCRIZIONE

Il Faro di Capo Miseno venne costruito in torno al 1800 e sorge alle sommità del promontorio di Capo Miseno, sulla punta estrema della penisola flegrea, tra il golfo di Pozzuoli ed il canale di Procida. La sua posizione è strategica e di fondamentale importanza per l’illuminazione della trafficata rotta da e verso le isole di Procida, Ischia e Capri.

Con il Decreto Regio del 1910 il re Vittorio Emanuele II dispose il passaggio del Servizio Fari alla Regia Marina Militare, che dopo aver attuato una serie di opere di ammodernamento per garantire una navigazione più sicura, istituì per la prima volta l’Ispettorato dei Fari che scelse come sede principale proprio la città di Napoli.

Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, il faro fu colpito e quasi distrutto dai bombardamenti aerei tedeschi. Al termine del conflitto, la struttura fu ricostruita e il Faro di Capo Miseno odierno è una versione più moderna dell’originaria, che ha saputo però conservare tutto il suo fascino e la sua bellezza.

COME ARRIVARE

Per visitare al meglio il faro di Capo Miseno e godere del suo panorama, vengono organizzate escursioni e visite guidate, ma è possibile arrivarci anche da soli.

Sul promontorio di Capo Miseno si arriva in auto, attraverso una strada tra vecchie ville e ruderi di epoca romana, al termine di essa vi è una galleria oltre la quale si giunge ad una terrazza che guarda il golfo di Pozzuoli. Dalla terrazza (a 65m s.l.m.) è poi possibile raggiungere a piedi la cima di Capo Miseno e il Faro, grazie ad un sentiero che risale il pendio del promontorio e offre una vista mozzafiato su tutte le isole del golfo.

Un altro sentiero per la cima, meno lungo ma più ripido, si trova prima di imboccare la galleria. Questo sentiero passa in una zona boscosa molto fitta prima che si raggiunga la cima, dove la vegetazione è molto rigogliosa, alle volte fino a rendere l’escursione non agevole. In questi casi basta seguire il sentiero, facendo il giro periferico dell’altura.

Anche quando la vegetazione non è molto alta, conviene non abbandonare mai i sentieri tracciati, siccome tutta la sommità è interessata da resti di rifugi antiaerei e cisterne dell’ultima guerra mondiale, le cui aperture o fratture non sempre sono visibili nell’erba alta e per chi abbandona il sentiero sussiste il reale pericolo di poter precipitare in qualche cavità sotterranea.

INDIRIZZO E RECAPITI

Faro di Capo Miseno
Via Faro,
80070 – Bacoli (NA)

NEI PARAGGI